Il futuro della farmacia? Aggregazioni e catene di proprietà
Si parla spesso della “rivoluzione” che ha investito il settore delle farmacie negli ultimi anni. Il riferimento è prevalentemente alle nuove tecnologie, al nuovo approccio digital, alla telemedicina e alla Farmacia dei Servizi.
Certo, è senz’altro uno dei grandi cambiamenti ma il contesto storico culturale è interessato anche da altre trasformazioni. A cambiare le regole del gioco è stata soprattutto l’approvazione della Legge sulla Concorrenza, quindi l’ingresso del capitale nel mondo della farmacia.
L’Italia, negli ultimi anni, si sta evolvendo verso una logica di network di farmacie. L’arrivo dei grossi Gruppi e fondi internazionali ha introdotto nuovi players nel panorama italiano, ridefinendo l’assetto del mercato.
Sistemi economici importanti in grado di acquisire più farmacie, quindi la piena proprietà dei punti vendita. Parallelamente sono nate le catene di farmacie (o Network), dette anche catene virtuali, dove i farmacisti si aggregano, condividono la stessa insegna, ma ne rimangono proprietari.
Secondo i dati recentemente diffusi da IQVIA, provider globale di consulenza e tecnologia nel settore farmaceutico, la farmacia del futuro sarà prevalentemente aggregata. Per i prossimi anni gli stessi esperti prevedono un forte incremento delle catene virtuali, aggregazioni di farmacie nelle quali la proprietà dell’esercizio resta in capo al farmacista. Avranno invece una crescita più lenta, ma avanzeranno comunque nel corso degli anni, le catene di proprietà.
Questo perché le figure di store manager previste per questa tipologia di esercizi, non sono facilmente conciliabili con quella dei titolari di farmacia. Il fenomeno delle catene influenza inevitabilmente le strategie commerciali e di posizionamento di prodotti farmaceutici nel mercato.
C’è quindi una pressione competitiva che la farmacia tradizionale è costretta ad affrontare, per una politica di prezzo, ma anche per questi cambiamenti inerenti alla tecnologia digitale.
La gestione di più farmacie in ottica retail
Le attività delle catene di farmacie sono sempre più simili a quelle della Gdo.
Così, come avviene per i supermercati, ci sono insegne uguali e facilmente identificabili, programmi di fidelity, assortimento e attività promozionali seguiranno una linea comune, un layout chiaro e da rispettare nel punto vendita.
Saranno così necessari strumenti di business intelligence centralizzati e software specifici per la gestione di ciascun network.
In questo nuovo scenario, si inserisce anche l’esito dell’ultimo concorso per le nuove sedi farmaceutiche voluto dal decreto Cresci Italia del 2012, quindi l’incremento significativo del numero di farmacie per abitanti.
In Italia attualmente ci sono circa 3.000 pazienti a farmacia, rispetto ai 3.200 che si registrano nel resto d’Europa. A questo si aggiunge un calo della redditività, dovuto al fatto che la maggior parte dei farmaci innovativi, che risultano essere anche i più costosi, vengono dispensati dalle farmacie ospedaliere in una logica oculata di spending review. A completare il quadro evolutivo del settore, il sempre maggiore utilizzo dei device per dialogare con i propri farmacisti di fiducia, la tecnologia e l’esperienza d’acquisto dai canali online da parte degli utenti finali.
Questo significa che se la singola farmacia non si rinnova e non segue l’evoluzione che ha interessato il settore, difficilmente riuscirà a reggere il confronto con la concorrenza che le società di capitali hanno già messo in campo.
Chiaramente in una logica darwiniana, ci sarà una selezione naturale e rimarrà sul mercato solo chi sarà in grado di adattarsi, innovarsi e rispondere e con gli strumenti giusti al cambiamento.
Per questo è importante che la singola farmacia si differenzi per creare una relazione, un rapporto di fiducia con il proprio cliente. Conoscerlo e raccogliere quante più informazioni sulle sue abitudini, anche di acquisto, affinchè si possa mettere le sue esigenze al centro della propria strategia di comunicazione, dentro e fuori la farmacia.